Siamo agli sgoccioli, la campagna elettorale in Sicilia sta per terminare. Domenica prossima i siciliani saranno chiamati alle urne per scegliere il loro governatore e il loro deputato di provincia.
Al di là dell’ appartenenze politiche, programmi, alleanze, ho osservato con attenzione la comunicazione di molti candidati della mia provincia – Ragusa, per capire cosa e come stanno comunicando con l’ elettorato.
Ho voluto verificare se si stanno seguendo le regole del positioning marketing nel manifesto, mettendo da parte per un momento il tifo. Per positioning si intende quel modo con cui un politico trova collocazione nella mente del suo potenziale elettore; ed è generalmente associato ad una parola.
Il posizionamento guida tutto il processo di marketing, inclusa la strategia. Ogni azione del politico deve essere coerente al posizionamento stesso e farsene ambasciatrice.
Attenzione: per coerenza non intendo coerenza politica, ma di messaggio.
Per esempio Renzi, nella prima stagione, riusci a posizionarsi nella mente dell’elettore come il “rottamatore”, condizionando coerentemente tutta la sua comunicazione su questo messaggio. Oppure il primo Berlusconi: l‘outsider della politica.
Il posizionamento è fondamentale per incidere nella mente dell’elettore e per essere ricordarti.
Di seguito una breve analisi dei manifesti di alcuni candidati e dei loro pay-off ( per non agli adetti ai lavori slogan)
Il manifesto di Angelica Poidomani,
Avanti, la Sicilia che vorrei!
Slogan costruito bene, ma essendo un volto nuovo molti elettori difficilmente sapranno quale sia la sua idea di Sicilia. In tutti i video esaminati su social, questa candidata spesso parla del ruolo delle donne in politica, e non sono riuscito a trovare altro materiale. A questo punto avrei calibrato il messaggio su questo argomento.
Il manifesto di Resi Iurato
La Storia siamo noi, nessuno si senta escluso
Slogan dal sapore rivoluzionario, che fa subito pensare alla canzone di De Gregori, quindi ti entra in testa e cominci a canticchiarlo. Richiama coerentemente i valori del collettivismo, della sinistra, Avrei puntato tutto sul secondo messaggio che è stato scelto: libertà è partecipazione. Mi sembra più incisivo. Questa lista però ha peccato di troppi slogan.
Il manifesto di Nello di Pasquale
Il mio impegno per il territorio
Il candidato del Pd rispolvera un suo vecchio cavallo di battaglia, l’impegno per il territorio. Rimane coerente con il messaggio del suo posizionamento che si è voluto dare molti anni addietro, però poteva sudarci un po di più sulla costruzione dello slogan.
Il manifesto di Ivana Castello
Il mio impegno per la moralizzazione della politica
Slogan che evoca un promessa molta ambiziosa, il manifesto rispetta i colori del vestito del candidato, ma non quelli del partito, quasi a dire che sì sono dentro, ma ne sono distante. Il simbolo del partito appunto sembra stonare con il resto.
Il manifesto di Santo Vanasia
La mia forza siete voi. / Zitto, mai
Gli esperti di comunicazione parlano di Unique Selling Proposition: ricordarsi di vendere una sola idea. Il candidato Vanasia ha messo sul campo due messaggi e due manifesti diversi. Rischia di essere poco efficace nel farsi ricordare per quello che vuole trasmettere ai suoi lettori. Bastava un solo slogan.
Il manifesto di Mariano Ferro.
Prima i siciliani
Dal punto di vista del posizionamento, anche egli rimane coerente con il suo messaggio di sempre. L’autonomia e l’agricoltura siciliana sono il suo cavallo di battaglia. Avrei messo un pò più di cura nella grafica.
Il manifesto di Giovanni Arato
Non delegare agli altri il tuo futuro. Vuoi davvero che qualcosa cambi? Attivati… La Sicilia chiama…Io, Giovanni Arato, Ci sono, e tu?
Ricorda un pò “I want you”, la celebre espressione comparsa nel manifesto per l’arruolamento nelle esercito degli Stati Uniti nel 1914. Entra subito in relazione con chi lo guarda, ma il manifesto è pieno di messaggi, troppo testo, fai fatica a leggere tutto se stai guidando. Avrei accorciato il messaggio: Non delegare il tuo futuro, io ci sono. E tu?
Il manifesto dei Cinque Stelle
Ecco chi taglierà gli stipendi dei politici
Coerente con il loro messaggio: uno vale uno. I nostri portavoce contano tutti. Nessuno viene messo in evidenza. Con la slogan ” ecco chi taglierà gli stipendi dei politici” rimarcano ancora una volta il fatto di essere un’altra cosa dagli stessi politici. Non funziona secondo me visivamente, mi ricorda la grafica dello schieramento dei giocatori di calcio in campo.
Il manifesto di Orazio Ragusa
Popolare come Voi
L’onorevole Ragusa ribadisce chiaramente il suo posizionamento: uomo del popolo. E’ ormai storica la sua Unique Selling Proposition. Rimane coerente con il suo messaggio di sempre, però a volte le marche per rilanciarsi hanno bisogno di un “ri-posizionamento”. E’ la terza campagna elettorale che si punta sul concetto di popolare, avrei ricercato una nuova identità, i concorrenti su questo campo si sono fatti tanti
Il manifesto di Giovanni Mauro
La forza di un progetto. #Sudestversopalermo
La grafica vuol subito dare un taglio smart al candidato. Il tag comunica subito all’elettore che è presente sui social ( E’ arrivato anche da noi il tag!). Il suo messaggio rispetto agli altri candidati punta tutto su un solo impegno pragmatico e meno idealista: far contare il Sudest. Troppo lungo il messaggio, avrei accorciato anche qui: Sudestversopalermo.
Il manifesto di Salvatore Poidomani
Poidomani, è ora!
Gli slogan che giocano con il doppio senso dei cognomi, a mio avviso, sono sconsigliati. Se fossi stato in lui avrei scelto subito un posizionamento chiaro e preciso, un’ idea sola, ripetendola in tutta la propria comunicazione, anche in quella dei manifesti: il candidato dei modicani. Visto che glielo chiedono i suoi stessi elettori. Non a caso negli ultimi giorni la comunicazione è virata su: il voto utile, il voto libero, il voto modicano. Quando sei nuovo e hai così poco tempo devi affondare un solo e chiaro messaggio, altrimenti non si riesce ad essere efficaci
In conclusione quello che possiamo dire è che c’è ancora molto da fare in Sicilia in termini di comunicazione politica. Gli slogan, i messaggi, i manifesti, l’uso dei social dovrebbero essere affidati a chi si occupa di comunicazione.
Vengono sottovalutati.
Ricordiamoci che un messaggio, non è solo una messaggio, ma esprime un ‘idea, un programma. Per un’efficace campagna elettore, il lettore deve essere in grado di capire chiaramente il posizionamento del candidato: per quale idea si batte, la battaglia che porta avanti.
E’ stato solo un gioco, spero che abbiate preso degli spunti, chissà per una vostra possibile futura candidatura politica. A questo punto, non ci resta che fare i nostri in bocca a lupo a tutti i candidati.
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